A molti sarà capitato di percepire l’esigenza, a più riprese, di buttarsi sul cibo. Sentire di essere controllati da quel senso di fame e da quel languore così intenso che ti porta a spalancare gli stipi della credenza nel tentativo di sedarli. In particolare, quando si inizia un percorso nutrizionale serio e si hanno tutte le buone intenzioni del mondo, convivere con questo sentimento potrebbe mettere il bastone tra le ruote ai più instancabili tra gli ottimisti.
Come si fa allora a dominare una situazione del genere, sovvertendo gli schemi, per far capire chi comanda davvero?
Partiamo dal presupposto che esistono due strategie per imparare a tollerare la fame: strategie di disciplina e strategie emotive. Le due, dovranno essere necessariamente bilanciate, per evitare che la troppa disciplina diventi troppo privatizzante. Quando entra in gioco la disciplina, non vuol dire che bisogna trasformarsi nella signorina Rottermeier di sé stessi, poiché essere troppo drastici e restrittivi creerebbe l’effetto contrario: recupererai le privazioni in maniera non funzionale, facendo razzia di quello che ti troverai davanti alla prima occasione utile.
LA SPESA A STOMACO PIENO
un esempio di disciplina funzionale è la decisione di andare a fare la spesa a stomaco pieno, così che non sia la fame a guidare le scelte che riempiranno il tuo carrello. Inoltre, per mettere a tacere l’istinto di voler buttare giù qualcosa nello stomaco, potresti orientarti nella scelta di snack sani, soprassedendo alla tentazione di mettere nelle fauci un qualsiasi spuntino spazzatura.
In più, questo ti permetterà di non avere alimenti evitabili in casa. Una forma di autotutela e di gestione della fame.
SPUNTINI SANI SEMPRE PRONTI
Quando la fame arriva, spesso richiede di essere soddisfatta e in fretta. Ragion per cui, preparare preventivamente o avere in casa degli spuntini “d’emergenza” è un escamotage che da un lato rispetta la disciplina, dall’altro sopperisce ad un bisogno emotivo.
FAI UN PATTO CON TE STESSO/A
Mantenere una salda disciplina mentale consiste nell’istituire un patto con noi stessi. In questo modo a guadagnarci è la credibilità; siamo onesti, spesso siamo i giudici più implacabili quando si tratta di sentenziare sulla nostra condotta. Gratificarsi, dal momento in cui si rispettano “i piani”, può rivelarsi fondamentale per la propria autostima. Inizia dandoti dei tempi più ristretti, come 1 settimana di dieta sana, per poi aumentare via via il tempo. Raggiunto il mese, con gli opportuni pasti liberi programmati, dovresti già essere in grado di tollerare di più la fame
POST - IT
Un altro trucchetto, quando prendono il sopravvento dei giorni più difficili di altri, è ricorrere ad un post-it con uno scritto motivazionale, da affiggere magari al frigo, che ha il valore di farti da promemoria circa i buoni motivi che ti hanno portato a mettercela tutta. Un reminder che, in un periodo meno positivo, potrebbe salvarti in extremis.
GESTIONE DELLO STRESS
Queste sono tutte strategie a livello di disciplina, ma, quando la frustrazione arriva al culmine, per darle un freno, siamo portati ad aver necessità di un pretesto che ci faccia sentire meglio. Non a caso, molte persone – con l’intento di scaricare proprio la frustrazione che avvertono – vedono nel cibo la soluzione. Come per alcuni esiste il fumo o l’alcool come modalità per gestire le emozioni, in tanti usano proprio il cibo come palliativo, ovvero come strumento non funzionale di regolazione delle emozioni.
Nel momento in cui accade, e di conseguenza ci si abbuffa senza stare a pensarci troppo, nel cervello viene scaricata una sostanza nota col nome di dopamina. Questa, per intenderci, è la responsabile della sensazione di piacere che proviamo quando accade qualcosa di bello. Controindicazione? Provoca dipendenza.
Il problema è che si associ proprio il piacere ai momenti in cui si ingurgita cibo a più non posso. E’ una percezione ingannevole e tutt’altro che sana. Non ne uscirai nè felice nè in forma.
Ricorda che la fame – quando nasce come esigenza dettata dalle emozioni – potrebbe diventare pericolosa: il passo affinché si trasformi in una dipendenza è davvero breve. Questo perché il cibo viene considerato come “tappabucchi” rispetto a carenze e vuoti emotivi percepiti, allora si proietta sul ‘mangiare’ una responsabilità che non gli compete.
Per provare a contenere determinate abitudini, tra le tecniche emotive più adatte svetta la meditazione. Non si tratta di un’attività complessa, anzi può essere eseguita con pochi e semplici passaggi, basterà concentrarsi al fine di trovare un equilibrio, escludendo tutto il resto. Si può partire anche da 5 minuti al giorno per aumentare poco alla volta. Questa pratica ti aiuterà a ridurre frustrazione e stress accumulato, così da ridurre la voglia di svuotare il frigo.
Il nemico nr.1 è lo stress che, inteso in senso generale, è valutabile come un deterrente per le “buone azioni”, poiché potrebbe spingerti a buttarti sul cibo per sfogarlo in qualche modo. Il rischio potenziale è arrivare a sviluppare disturbi del comportamento alimentare (DCA); in casi simili, rivolgersi ad un professionista della nutrizione per capire insieme come gestire certe situazioni e non farle sfociare in conseguenze più gravi, è l’unica soluzione possibile.
Lo sappiamo che la vita è costellata di situazioni in grado di renderla più difficile, come il lavoro, l’università, le situazioni personali di vario genere. Anche iniziare una dieta può essere causa di aumento dello stress, che si aggiunge a quello già preesistente. Appunto per questo, essere affiancati da una persona competente in grado di individuare tutti i tuoi bisogni resta la cosa migliore da fare per la tua salvaguardia.
Ascoltati e valuta i campanelli d’allarme, non ignorare dei comportamenti che – a lungo andare – potrebbero trasformarsi in sfide difficili da affrontare. Ti aspetto per scegliere, insieme, la strategia che fa al caso tuo; la dieta pratica e funzionale è la giusta arma di difesa per farti riprendere in mano il controllo, imparando a dire addio alle cattive abitudini.
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