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Dott. Mario Sicilia

San Valentino: Le proprietà afrodisiache del cioccolato

San Valentino è alle porte e, anche per le coppie meno sensibili ai sentimentalismi, il pretesto legittimo di passare una serata all’insegna del buon cibo non si può di certo ignorare. In particolare, se si pensa alla festa degli innamorati, l’alimento simbolico per eccellenza è il cioccolato. Insomma, a chi non piace? Inoltre sono diverse le leggende che gravitano attorno alle sue proprietà afrodisiache, un motivo in più per aguzzare la curiosità a cavallo di questa occasione. Scopriamo quanto c’è di vero in quel che si dice.

Fin dai tempi più antichi, il cacao è stato considerato una merce di scambio di valore e i primi a coltivarlo furono i Maya e gli Aztechi. Poi, nel ‘500, questa deliziosa scoperta giunse in Europa, diventando dapprima un rimedio curativo. Dopo, perduta questa falsa credenza scientifica, giunse sulle tavole di chiunque, a prescindere dal ceto sociale d’appartenenza. Oggi, il cioccolato è il dono di scambio più inflazionato tra gli amanti, non solo perché è buono ma per le qualità che, secondo antiche tradizioni, potenzierebbero la sfera dell’erotismo.

A livello scientifico, non si può definire il cioccolato proprio un afrodisiaco, quanto piuttosto veicolo di alcune funzioni a parimerito interessanti e preziose. Tra queste, svettano:

  • L’aumento del livello di serotonina, l’ormone che regola il buon umore, che di conseguenza incrementa anche i livelli di desiderio percepiti. Il risultato si esplica nel rilascio di endorfine, dirette responsabili di stati d’euforia;

  • La presenza della feniletilamina, una molecola in grado di legarsi ai recettori cerebrali delle anfetamine, che fornisce un buon quantitativo di energia e potenzia il neurotrasmettitore garante dell’eccitazione: la dopamina;

  • L’anandamide, conosciuta anche come la “molecola della beatitudine”, è scientificamente nota come N-arachidonoiletanolamina o AEA: si tratta di un neurotrasmettitore cannabinoide prodotto naturalmente dal corpo umano. Il cioccolato è l’unico alimento in natura che lo contiene;

  • La teobromina che, chimicamente parlando è una xantina, e un quanto tale riesce a stimolare il sistema nervoso centrale assumendo un ruolo di rilievo sulle sinapsi. Fa parte degli alcaloidi naturali, reperibili anche nelle foglie del thè, e presenta un’irrisoria porzione di tossicità, innocua per gli uomini ma potenzialmente letale per gli amici a 4 zampe;

  • L’incremento della vasodilatazione che va ad apportare una miglioria generale a tutto l’organismo. Gli effetti positivi si riversano nell’abbassamento della pressione e dell’ottimizzazione del flusso sanguigno, sia al cuore che al cervello. Grazie ai polifenoli e ai flavonoidi, il cioccolato diventa a tutti gli effetti un alimento antiossidante “che fa bene”. Perciò, maggiore sarà la percentuale di cacao contenuta, altrettanto alta diventerà l’azione contro i radicali liberi, colpevoli di danneggiare la salute delle arterie. Studi scientifici hanno dimostrato che il cioccolato fondente ha qualità antiossidanti tali da sbaragliare quelle del vino rosso, dei frutti di bosco e del thè. Discorso a parte per il cioccolato al latte che, a differenza del fondente, contiene un quantitativo di zuccheri e grassi maggiori.

In ogni caso, seppure il pasto libero è la base di ogni dieta che si rispetti, eccedere con l’assunzione di cioccolato non trasformerà il consumatore nell’amatore che spera di diventare in una notte. È buona norma bandire l’esagerazione e godersi, in santa pace, la serata speciale con il proprio partner.

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