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Quanti tipi di fame esistono? Seconda parte

Immagine del redattore: Dott. Mario SiciliaDott. Mario Sicilia

Nello scorso appuntamento abbiamo iniziato ad analizzare i primi 4 tipi di fame. Oggi chiudiamo il cerchio e passiamo in rassegna gli ultimi cinque che ci aspettano al varco.

LA FAME DELLA BOCCA

Quando si parla di fame della bocca, è automatico pensare che – tra tutte – sia quella che è più intimamente connessa al cibo. In maniera più specifica, è la fonte da cui scaturisce il piacere mentre si mangia. Tutti quanti abbiamo gusti diversi: c’è chi ama la pizza, e chi, invece (strano a dirsi), non la inserisce neanche nella top 5 dei piatti preferiti. Quello che ci piace o meno dipende da una molteplicità di fattori, i primi sono la genetica e le abitudini alimentari con le quali si cresce, oltre al background culturale e ai conseguenti condizionamenti che ne derivano.

In ogni caso, se si dovesse pensare ad una strategia per soddisfare davvero la fame della bocca, non mi verrebbe da includere il gesto meccanico di mandare giù un boccone dietro l’altro. Anzi, piuttosto si tratta del rovescio della medaglia di una bocca che “si annoia”. Quando si mangia, oltre alla bocca, dovrai invitare la mente. Il segreto è masticare piano, anche 15 o 20 volte per ogni singolo trancio, per godere appieno dei sapori e permettendo allo stomaco di comunicarci quando è già sazio e non necessita di altro.

Un altro trucco è capire se si ha davvero fame o solo sete. Per testarlo, ti basterà bere acqua oppure tè così da individuare l’esigenza specifica, così da non confondere una cosa per l’altra.

LA FAME DELLO STOMACO

La fame dello stomaco si fa riconoscere ed è anche fisicamente difficile da ignorare. Quando hai fame, infatti, ti arrivano dei segnali inequivocabili: avverti una sensazione di vuoto che reclama di essere riempito. Sul fronte fisiologico ed evoluzionistico, questa sensazione ci permette di capire quando è il caso di mangiare, così che non si rischi di morire di fame. Il problema è credere che lo stomaco abbia potere decisionale in ogni situazione e che l’unico modo per zittirlo sia accontentarlo.

In realtà siamo solo noi ad avere il controllo sullo stomaco, non è il contrario. Basti pensare alle abitudini alimentari e ai pasti nell’arco di una giornata. Se mangiamo regolarmente tre volte al giorno, ad orari specifici, lo stomaco si adatterà a questa routine e imparerà a rispettare la tabella di marcia senza brontolare.


La fame dello stomaco è un po’ come un bambino che fa i capricci, è importante dargli delle regole: trovare la misura è la soluzione perfetta ed ideale per soddisfarla. Lo stomaco ignora i sapori del cibo, è interessato al suo volume. Il consiglio, nel momento in cui si percepisce la fame, è quello di aspettare un po’ prima di fiondarsi sul cibo, imparando ad ascoltare i segnali del proprio corpo.

Quando inizierai a mangiare, limitati ad una porzione sufficiente e poi lascia riposare lo stomaco. Tra una pietanza e l’altra, quella pausa ti permetterà di capire il tuo livello di sazietà.

LA FAME CELLULARE

Ti suonerà strano, ma sappi che quando eri piccolo avevi una sintonia più naturale e affidabile con il tuo corpo, perché capivi facilmente quando dovevi mangiare davvero per necessità e quando invece era il caso di smettere. Con gli anni, questa capacità si è arrugginita a causa dei vari condizionamenti interni ed esterni.


Per avere di nuovo un rapporto bilanciato con il cibo dovrai metterti nella condizione di ascoltare i tuoi bisogni reali, il tuo corpo sa come fartelo capire, sei tu che devi impegnarti ad interpretarlo: mal di testa, irritabilità, stanchezza improvvisa e capogiri sono alcuni sintomi che ti segnalano la fame cellulare.

Questa, per essere soddisfatta, ha bisogno di alcuni nutrienti specifici, come: acqua, sale, proteine, grassi, carboidrati, minerali, vitamine e oligoelementi come ferro e zinco. Nella frenesia della vita di tutti i giorni, tenderai ad ignorare certi segnali. Non è un caso però che dopo aver perso molto sangue, in seguito magari ad un intervento, l’istinto sia quello di addentare una bistecca, giusto?

LA FAME DELLA MENTE

La fame della mente si alimenta di influenze: deriva da quello che interiorizziamo attraverso il senso della vista e dell’udito e dai concetti che leggiamo. A questo proposito, esistono una marea di libri di cucina che propongono le ricette più variegate e parlano di diete altrettanto diversificate. Su quest’ultimo punto se ne potrebbe parlare fino allo sfinimento. Lo abbiamo già accennato in altre occasioni: le diete talvolta risentono dei trend del momento, per questo ad un certo punto poi si rinnovano e vengono sostituite.

Oltre a ciò, la fame della mente si basa su un principio regolatore che vede gli assoluti farsi la guerra: “cibi sani” vs “cibi non sani”. Ne deriva che si è portati a scegliere cosa si DEVE mangiare e cosa NON si deve, così che pensandoci mentre si è a tavola il piacere tenda a svanire.

Anche in questa situazione la scelta migliore sta nel mezzo, scegliendo di vivere senza nessun tipo di estremismo. Nessun alimento, di fatto, è il male. Salvo ovviamente casi soggettivi e personali ed eventuali problemi di salute che guidano inevitabilmente le scelte.

La mente deve diventare una tua alleata, aiutandoti nella lettura delle etichette sulle confezioni al limite, così da aiutarti ad avere maggiore consapevolezza rispetto a quello che mangi. Solo in quel modo è possibile soddisfare la fame che si origina dalla sua influenza.

LA FAME DEL CUORE

La fame del cuore mette radici nelle emozioni. Spesso diventa il pretesto per curare le ferite che si hanno, per combattere la solitudine o distrarsi dalla fine di una storia. La prima cosa che si deve capire, aggirando il rischio che ci si butti sul cibo col proposito di sentirsi meglio, è che con lo stomaco pieno non si risolvono i problemi e non si cura il dolore. Se mangi con questa illusione, non ti godi neanche realmente il cibo e non lo assapori davvero.

Per nutrire il cuore, ti basterà invece mettere cura nei preparativi per preparare un piatto che per te ha un significato, anche quando sei tu l’ospite e il commensale da soddisfare. Usa un piatto carino, apparecchia con gusto e prenditi il tuo tempo accomodandoti al tavolo. Evita di mangiare in piedi o dalla padella da cui avevi preparato. Il cibo non è la soluzione, non è un tappabuchi. Prova a goderti l’intimità dei momenti che vivi nel presente creando delle abitudini sane e non dannose per la tua salute. Se tutti gli altri tipi di fame non avanzano reclami, concentrati su quella del cuore e dedicati a quello che ti fa stare bene.

Arrivati a questo punto, avrai capito ormai che imparare ad avere massima consapevolezza sui tipi di fame è il primo passo per riuscire a mangiare correttamente. Quello successivo, invece, è avere una dieta pratica e funzionale che soddisfi ogni tipo di fame in modo sostenibile. Ti aspetto per una consulenza!

FONTE: Jan Chozen Bays - “Mindful Eating”

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