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Immagine del redattoreDott. Mario Sicilia

Pranzo a lavoro

Quando si è costretti a pranzare in ufficio e il primo ostacolo con il quale si devono fare i conti è il tempo ristretto a disposizione, rispettare la dieta potrebbe rappresentare un ostacolo. All’apparenza, ovviamente. Al contrario di quello che si crede, è invece possibile continuare ad adottare soluzioni pratiche e funzionali; anzi, è proprio il temuto pranzo a lavoro che dovrebbe basarsi ancora di più su questi concetti chiave. Sappi che l’attenuante della fretta non è una scusa che potrai usare per giustificarti del cibo spazzatura che trangugerai senza misura.


Il trucco non sta né nel saltare il pasto, impensabile e non attuabile, né nel diventare un frequentatore assiduo della rosticceria di turno. Il pranzo è uno dei pasti più importanti e dedicargli la giusta attenzione è l’unica scelta da considerare. Se ci si organizza ascoltando le proprie esigenze, riuscendo ad interiorizzare ciò che è giusto e ciò che non lo è, diventerà una passeggiata anche per i lavoratori più instancabili.

Intanto, come abbiamo già anticipato, il primo rischio a cui si va incontro – se ci si approccia con superficialità alla questione – è andare a crearsi una routine alimentare sbagliata, ottenendo un surplus calorico e di grassi. Mangia oggi in un fast food, mangiaci pure domani, e la probabilità di imbattersi in patologie dismetaboliche serie non sarà più una potenziale conseguenza.

Un’idea super pratica, in termini di tempo senza sacrificarne la qualità, è muoversi sui famosi “piatti unici”, in genere a base di verdura, includendo spezie a volontà e poco sale, e la fonte proteica in una singola razione. Un esempio di questo tipo, qualora fossi impossibilitato a prepararti il pranzo la sera prima, è optare per una scatoletta di tonno o del salmone grigliato, facendo attenzione a non sforare con l’economia totale dell’olio previsto dal piano alimentare.

A seguire, altra opzione proteica è l’uovo, magari bollito oppure a frittata (ben cotta, senza olio) da consumare anche freddo. Rientrano a pieno titolo nel gruppo di “secondi veloci e consentiti” i salumi magri (da preferire bresaola, fesa di tacchino) e i formaggi leggeri, come il primosale, i fiocchi di latte, la mozzarella light, la ricotta o dei pezzi di parmigiano da aggiungere all’insalata. Altra soluzione sempre gradita è l’avocado, la fonte ricca di grassi buoni e antiossidanti per eccellenza, che può essere usato per impreziosire di sapore le pietanze.

Per quanto riguarda i carboidrati, invece, chi può assumerne ha la possibilità di ripiegare su piatti saporiti e completi, come il cous cous, l’insalata di riso, di pasta o di farro, o in alternativa l’orzo perlato: tutti da consumare freddi. Anche un piatto di patate lesse, con l’aggiunta di tonno e pomodori è un’ottima idea. Chi è amante di legumi e riesce a mangiarli volentieri anche freddi, può invece consumare un’insalata di ceci con l’aggiunta di un alimento proteico, che sia tonno, salmone o parmigiano.

Quando però ci si deve assoggettare a giorni di fatto più impegnativi di altri, o semplicemente non si ha voglia di barcamenarsi troppo ai fornelli, anche il panino è una scelta contemplabile. Prediligendo quello di segale o integrale, lo si può imbottire magari con la bresaola, qualche foglia di lattuga e i pomodori. In questo caso parliamo di un pasto completo a tutti gli effetti.

Un altro contesto da valutare è quello del locale. Ti chiederai, in maniera lecita, come fare a rispettare la dieta prevista se non puoi misurare tu personalmente gli alimenti con gli strumenti appositi. Puoi ovviare a questa difficoltà oggettiva, usando un metro di misura specifico, così da poterti gestire nelle porzioni comunicandolo al personale. Potrai avvalerti dell’ausilio di un elemento che hai sempre con te: la tua mano. Per quanto riguarda le fonti proteiche, per regolarti, userai il palmo. Per i carboidrati, invece, la porzione di riferimento – dal momento in cui devi rispettare un piano ipocalorico – corrisponderà ad un pugno chiuso. Se non sei in restrizione, potrai raddoppiare invece la quantità.

I condimenti, come l’olio, sfrutteranno come misura di riferimento un cucchiaio da tè.

In ogni caso, come vedi, hai un raggio d’azione così ampio che la varietà sarà il principio in grado di guidare i tuoi pranzi sul posto di lavoro. Per altri suggerimenti ad hoc, ti aspetto per una consulenza a tu per tu!

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