Fare la spesa non è un’operazione che fa fare i salti di gioia a chiunque, anzi. Spesso la si associa alla classica “perdita di tempo” che ti obbliga a doverti recare al supermercato, magari quando il frigo è vuoto e reclama cibo.
In realtà, dal momento in cui si acquisisce maggiore consapevolezza sugli alimenti, si diventa più determinati e mirati negli acquisti. In questo modo, non solo si sarà più rapidi nell’operazione, ma grazie alla conoscenza immagazzinata la tentazione di mettere nel carrello i prodotti sbagliati calerà a picco.
Certo, in linea generale se dovessi suggerirti un orario nel corso della giornata per andare a fare la spesa, a prescindere non ti direi di andare nei momenti che sono in prossimità dei pasti. Il motivo è anche abbastanza semplice: potrebbe essere la fame a guidare le tue scelte e tutto vogliamo tranne che vederti fare scorta di cibo spazzatura.
Detto ciò ti chiedo: pensi di conoscere davvero quello che acquisti quotidianamente?
Ci scommetto che è difficile rispondere positivamente con una certa sicurezza. D’altra parte, l’offerta alimentare è talmente differenziata che la si percepisce sconfinata se non si hanno le basi giuste per riuscire ad orientarsi. Ecco perché essere in grado di leggere le etichette, ad esempio, è un plus importante; ti conduce verso quei prodotti di cui potrai riconoscere gli ingredienti. Lungi da me fornirti ora una guida prolissa e noiosa su ogni singola dicitura presente, ma posso dirti intanto che se c’è una cosa da evitare è una: soffermarti solo sulla parte anteriore del packaging di un prodotto. In molti casi le aziende produttrici fanno leva su questo errore comune, allora sfruttano dichiarazioni fuorvianti e poco realistiche che la maggior parte delle volte non corrispondo alla realtà effettiva.
Prendiamo un pacco di biscotti. Tu lo acquisti perché magari sulla confezione è scritto, a caratteri cubitali, che sono al grano saraceno. Quando vai a leggere gli ingredienti, potresti trovare riportato però che è una farina presente in quantità irrisorie mentre le altre due, ad esempio quella 00 ed integrale, lo sono in maniera molto più preponderante. Ecco il primo bluff in cui si incorre: ti spacciano un prodotto per una cosa, mentre di quella “cosa” al suo interno ce n’è davvero ben poca. A maggior ragione, avere la capacità di individuare la capacità effettiva di ciò che si acquista è importante.
Partiamo dalle basi, quando ci si imbatte nella lista degli ingredienti presenti su una confezione, questi saranno inseriti in ordine decrescente: prima quelli più presenti, in termini di percentuali, fino a quelli che lo sono di meno. È ovvio che, allacciandoci al discorso di poco fa, se mi reco al supermercato con l’intenzione di acquistare una crema alle nocciole, dovrei esigere che la nocciola compaia almeno in una delle prime voci, altrimenti ha poco senso.
Altro concetto necessario da stamparsi bene in mente riguarda la lunghezza dell’elenco degli ingredienti; se il prodotto è naturale e di qualità, sarà breve, al contrario il livello di lavorazione è direttamente proporzionale al numero di voci che si leggeranno.
Prendendo in esame proprio i prodotti lavorati di più, in molti di questi saranno presenti delle sostanze che svolgono la funzione di esaltare i sapori dei cibi, di fungere da addensanti e di aumentarne la conservazione. I nitriti e i nitrati sono due dei nomi che si trovano con maggiore frequenza, soprattutto nel caso delle carni in scatola o negli insaccati. Presi singolarmente non sono dannosi, lo diventano coinvolti in determinati processi di trasformazione che richiedono l’uso di alte temperature. In quei casi, al contrario, possono trasformarsi anche in elementi cancerogeni.
Seguono l’anidride solforosa e solfiti vari, sempreverdi nelle bevande gassate, che vengono usati come antimicrobici. Una menzione poi quasi obbligatoria per il glutammato, l’ingrediente X dei dadi, che può essere fortemente nocivo per la salute. Accertarsi che ve ne siano in quantità ridotte è un’indagine che andrebbe fatta per preservarsi. Esiste la possibilità che potrebbe risentirne il gusto del prodotto, percepito come meno saporito, ma qualitativamente parlando sarà una garanzia verso la sicurezza.
Se ti affascina avere sotto controllo la questione nel dettaglio, dovrai buttare un occhio anche sulle tabelle nutrizionali, presenti nella parte destinata alle dichiarazioni. Lì troverai l’indicazione dei Sali minerali e di altri micronutrienti, oltre alla voce sui macronutrienti classici, dai carboidrati ai grassi. Ne deriva che il conteggio corretto dell’apporto calorico sarebbe il passo successivo, ma se vuoi essere sicuro, lascia che questo lavoro venga svolto da chi di competenza; ti aspetto per una chiacchierata a quattr’occhi sull’argomento!
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