Il digiuno intermittente è tra le pratiche più diffuse, in ambito nutrizionale, a cui poter aderire. Nonostante la parola “digiuno” faccia tremare la maggior parte di coloro i quali se ne imbattono, si tratta di un metodo efficace e sostenuto dai migliori professionisti dell’ambito. Per questo motivo, è fondamentale essere seguiti in maniera adeguata durante l’intero percorso; il rischio maggiore è la compromissione della salute dell’individuo. Fare di testa propria, insomma, non è un’opzione contemplabile.
Ma in cosa consiste il digiuno intermittente? È una dieta che si basa sull’alternanza dei pasti, intervallati da momenti di digiuno. Di conseguenza, il soggetto interessato potrà alimentarsi entro i limiti di una finestra temporale definita e, successivamente, dovrà rimanere a stomaco vuoto per le ore che seguiranno. L’obiettivo è la rigenerazione cellulare e l’accelerazione del metabolismo che, grazie al digiuno, agevoleranno la scomposizione dei grassi, trasformandoli in nutrienti utili all’intero organismo.
A sostenere la dieta di cui sopra è il dr. Longo, direttore del Longevity Institute della University of Southern California. Il mima-digiuno, il nome con il quale identifica la tipologia di digiuno intermittente da lui avallata, è concepita in modo tale da essere perseguibile dalla maggior parte dei soggetti interessati.
Per il Dr. Longo, gli effetti del digiuno sono tutt’altro che sottovalutabili. Secondo le ricerche condotte da lui e dal suo team, in questa fase l’organismo subisce una vera e propria rigenerazione. Il risultato? La produzione di cellule staminali. La percentuale di un sistema immunitario completamente nuovo, dopo almeno 3 cicli di dieta basata sul digiuno intermittente, si aggira attorno al 50%.
Si tratta di una presa di coscienza che, in ambito sanitario, potrebbe portare ad una serie di scoperte piuttosto importanti, relative al coinvolgimento di altri organi nella produzione endogena di staminali. Inoltre, sempre secondo Longo, la dieta mima-digiuno è un ottimo strumento da sfruttare nella lotta contro il cancro. Il motivo è giustificabile nella considerazione che si vengano a creare le condizioni ideali per indebolire le cellule tumorali. In questo modo, il digiuno intermittente – oltre a fornire una protezione alle cellule sane – aumenta l’efficacia delle terapie atte a sconfiggere le neoplasie.
Il meccanismo che si viene a creare, con la riduzione del fabbisogno calorico, va a “tagliare i viveri” alle cellule tumorali che, per diretta conseguenza, subiscono una insufficienza energetica. In realtà, esistono diversi modelli di digiuno intermittente, i più noti sono i seguenti:
Schema 16/8, quello più seguito e quotato dalla maggioranza. Come suggerisce il nome stesso, consiste in un digiuno effettivo di 16 ore giornaliere, mentre nelle rimanenti 8 si consumeranno i pasti preposti;
Dieta Fast, basata sul consumo ridotto di kcal (500-600 circa) da concentrare in 2 giorni della settimana;
Dieta “Eat Stop Eat”, consiste di fatto in un digiuno totale di 24 ore, da seguire uno o due giorni alla settimana;
Warrior Diet: è il frutto di uno studio improntato sulle abitudini alimentari dei guerrieri ai tempi dell’Età Romana e, più in generale, degli uomini che vivevano e cacciavano durante l’età della pietra. È una dieta basata sull’alternanza tra periodi in cui si assume poco cibo, ad altri più brevi nei quali si eccede.
Tra tutti, com’è stato accennato, il metodo 16/8 è la scelta per cui è preferibile optare, anche per gli atleti e per chi svolge una regolare attività fisica. Un esempio di digiuno intermittente 16/8 potrebbe essere decidere di anticipare la cena, concludendola entro le 21, e saltare la colazione il giorno successivo - inserendo il pranzo alle 13 - che sarà il primo pasto della giornata. Sembra un’impresa impossibile, ma se si riesce a mantenere una regolarità, l’abitudine prenderà il sopravvento.
In aggiunta, durante le ore di digiuno, sono concesse le tisane (rigorosamente non zuccherate, oppure dolcificate con Stevia) e gli infusi.
Inoltre, praticare un digiuno di 16 ore comporta inevitabilmente un processo benefico denominato: autofagia. Basti associarlo ad una pulizia automatica delle cellule morte presenti all’interno dell’organismo. Da qui ne deriva che questa astensione dal cibo, faccia riposare il corpo e l’intestino.
A questo punto, la domanda che sorge spontanea riguarda tutti gli altri benefici del digiuno intermittente. Quelli davvero degni di nota, in grado di ridurre drasticamente i dubbi che ne derivano, sono:
Perdita di peso, soprattutto quello che tende ad accumularsi nell’area addominale;
Riattivazione della produzione di insulina nel sangue;
Miglioramento dell’umore e della memoria;
Ottimizzazione della pressione sanguigna;
Minore possibilità di contrarre malattie cardiovascolari e cancro;
Rallenta l’invecchiamento cellulare.
Hai iniziato a cambiare le tue idee sul digiuno? Se vuoi ricevere tutte le informazioni del caso relativamente alla tua condizione personale, non esitare a contattarmi!
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